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Per fame, per gola o con gusto -
Nel parlato...
Per fame, per gola o con gusto -
Nel parlato romanesco, il suffisso ?aro s?applica ai sostantivi di ruolo sociale. Tra questi il sarcasmo popolare elesse a prototipi di irrecuperabile modestia talune figure gastronomiche, che poi da zimbelli crebbero a maschere dell?arrangiare. E dagli ambulanti emersero il peracottaro, per la limitatezza dell?offerta, e il caciottaro, per la rozzezza di vita; entrambe però sconfitti dal bujaccaro per soverchiante insondabilità delle sue sbobbe. Questi frattanto, acquistata fama, s?era ristretto tra quattro mura, finendo col rimpannucciarsi in una mezza osteria e meritarsi il peggiorativo di ?zozzone?.
Bujaccaro rimase sempre nomea emarginante, segnale di un abbattimento programmatico di gusto, igiene, rispettabilità e prezzo. E? per ciò che non azzardò mai di comparire sulle insegne di attività ristorative pur infime. Rievocava, per uno spregiativo accostamento, la bojacca ? la più fluida delle malte, la più povera e più utile a saturare.
Ora invece a via di Sant?Anna è apposta all?insegna, per un ammiccante compromesso astorico roman-franzoso.
Agghindarsi da bujaccari e da bujaccanti, se non è appropriazione indebita di immagine, è però un vezzo anacronistico. La ricetta della vera bojacca è stata ritirata da tempo e quelle di una modesta matriciana e di una coda volenterosa sembravano ? almeno quella sera ? smarrite nei cassetti spaesati di un buffè e di un controbuffè meno eupeptici di un Lucano.
Per dirla tutta ? e con sentito rispetto ? se l'osteria storica s'è peggiorata in meglio, l?ultimo dei bujaccari s'è migliorato in peggio.
cesare lodolini 28-02-2018