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Cenificio turistico o ritrovo di una borghesia di...
Cenificio turistico o ritrovo di una borghesia di provincia?
Siamo venuti in comitiva seguendo i consigli dei social, ma le aspettative sono state deluse.
Il locale è "splendidamente" incorniciato tra il centro storico di Pizzo ed un condominio; presenta comunque un grande spazio all'aperto (poco elegante il deposito di sedie e tavoli di plastica).
Quello che ci è sembrato il proprietario, molto affettato, ci ha consigliato (In un modo un po' insistente) la scelta dei primi e del vino.
Gli ingredienti degli antipasti erano di una qualità sufficiente, ma il risultato non ha molto convinto (alici con troppo aceto, pesce spada con cipolle di un dolce sciapo, etc, etc...); i gamberetti in salsa rosa convincenti...le conchiglie usate come recipienti di gusto un po' retrò.
Con la scusa che il risotto si manteca bene solo se cucinato in multiporzione (ma è mia opinione che il proprietario volesse ridurre il numero di piatti da cucinare) viene servito ad uno di noi una specie di riso in bianco un po' brodoso e con un po' di pesce aggiunto in seguito.
La fileja alla Don Diego al limone e mandorle non aveva parvenze di agrumi. Gli gnocchi verdi allo scoglio (con pesto di basilico) non erano malvagi, ma avevano delle seppioline un po' troppo dure. Avrei voluto assaggiare gli gnocchi con crema alle ortiche, ma avendo ordinato già 4 primi diversi, il proprietario ci ha caldamente consigliato di ordinare un piatto già ordinato dagli altri (prospettati tempi geologici per un piatto in più).
Ordinato un secondo composto da una grigliata e da una frittura. Frittura buona, la grigliata un po' secca, con porzioni molto abbondanti.
La carta dei vini è sufficientemente ampia, ma siamo stati dirottati prima su un Rapitalà Boquet (fuori dalla carta e quindi con prezzo sconosciuto) e poi abbiamo provato ad ordinare un Greco di Ferrocinto, ma il cameriere si è presentato con un Rapitalà Alcamo adducendo che il Greco fosse finito.
Educatamente quindi, ci hanno fatto ordinare ciò che volevano.
Il servizio è stata però la cosa più tragicomica, con tempi di attesa per avere dell'acqua fresca che ci hanno dato il tempo di ironizzare pensando che avessero messo in fresco le bottiglie contestualmente all'ordine. Oppure a turno i camerieri cercavano di propinarci le bottiglie che erano poste (al caldo) sul tavolo centrale della terrazza (usanza che non abbiamo ben capito). Tacendo altri episodi, si notava che molti dei camerieri erano alle prime armi.
Abbiamo desistito sul dessert.
Prezzo elevato (270 ? per 7 persone, quindi circa 40 ? a testa) e neanche un liquore offerto.
Ci siamo ripromessi di non tornare più.
Giovanni Lacasa 09-08-2017