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Oste, è buona la matriciana?
Pei miei personali...
Oste, è buona la matriciana?
Pei miei personali trascorsi, vetrina di buoni piatti vernacolari e belle Forchette. Tuttavia una domenica di mezz?ottobre ebbi a scoprirla un poco appannata. Anche la ricezione era in bagher e imperlata d?un percettibile affanno. Comprensibile per un secondo tempo, ma non promettente.
Postomi col consenso dell?Anfitrione sulle tracce de La Matriciana, l?intravvidi sgusciare da un guazzetto opinabile, al quale non presterà carattere neppure il generoso impegno della grattugia. I piatti della tradizione romana sopravvivono di una modestia solo apparente, e chi ne trascuri o ne soffra tempi e misure non trova modo di risollevarli da una modestia definitiva.
Il Baccalà alla romana barattava la propria spiccata personalità per una ricercatezza slanguidita, traviato da una equivoca gourmandise. Nato merluzzo, e conciato per le feste, era stato sacrificato due volte. L?ultima coll?affronto di sottrargli tutta quanta la sapidità inflittagli.
Buono e giusto il rosso sapientemente consigliato dall?Anfitrione, a coprire lo spettro ampio dei sapori in vicenda. Bottiglia dal ricarico contenuto, in controtendenza rispetto ai prezzi non proprio familiari dei cucinati.
Esperienza soggettiva, ma segnale non nuovo e non isolato di come nella cucina della tradizione romana si sia insinuato da tempo il tarlo della tabula rasa.
cesare lodolini 29-12-2017