5/5
Ho letto più di una volta le recensioni negative:...
Ho letto più di una volta le recensioni negative: non riesco a riconoscere il posto dove siamo stati noi in quelle descrizioni.
La serata è stata perfetta, da quando ci è stata aperta la porta per entrare a quando è stata aperta per uscire.
La maîtresse fonde professionalità e cortesia in maniera tanto sottile che la si penserebbe sorniona: forse di fatto lo è, ma quello che conta è che anche mentre ride e scherza, pesa con precisione quello che dice e sa esattamente quello che sta per dire. Raramente ho avuto che fare con responsabili di sala che conoscono nel dettaglio tutto quello che viene servito. Al punto tale che non ti viene nemmeno di andare in una direzione diversa da quella proposta. Se nel menù abbiamo chiesto di sostituire il risotto previsto con un altro, e l?idea del ?lo chef non vuole che vi dica cosa vi riserva? è un ottimo modo per farti sentire speciale proprio come vorresti quella sera lì; dall?altra parte io non ce l?ho proprio fatta ad andare contro il suo consiglio sul dolce.
La lista dei dolci è eccentricamente fascinosa, essendo tutti a base di qualcosa che ordinariamente consideriamo ?salato?: ahimè lo spazio nel pancino costringe a scegliere, ma fra le varie opzioni, sono contento della scelta che ho fatto.
E chi sta in cucina è un genio del retrogusto: ogni boccone che mangi ha qualcosa di diverso da quello prima. Ma, soprattutto, alcuni gusti escono quando hai finito di mangiare: così i crudi su un piatto un po? alla Pollack (onestamente, come si fa a pensare come ho letto in altre recensioni, che il pesce sia decongelato??) che rilasciano delicatamente e a scoppio ritardato i loro atomi, come i germogli (di ravanello?), o il coriandolo; lo scampo in saor, il cui tenue brodo di cipolla lascia andare il suo gusto dopo che hai leccato la ciotola; o la triglia con le tre radici, o il branzino con la clorofilla di prezzemolo.
Io però non ce la faccio proprio a trattenermi sul dolce: ma come fate a presentarmi una foglia di indivia belga con un ripieno che sembra ricotta, e invece è granita di latte di mandorle che ricopre una crema di liquirizia? Ma, soprattutto, come vi è venuto in mente di spruzzarvi sopra della polvere di cappero che, pure, lascia sentite la sua presenza mentre se ne sta andando la liquirizia? Volete proprio che ritorniamo, vero? Confessatelo!
Edward Arturo Haeusler 28-01-2018