4/5
Non completamente soddisfacente e ne spiego i...
Non completamente soddisfacente e ne spiego i motivi.
Ora, sul prezzo dei piatti non discuto, ne ero a conoscenza quindi nessuna sorpresa. Siamo (la mia compagna ed io) veneti, quindi era d'obbligo provare il musetto e va detto che era semplicemente spettacolare. Anche i due risotti (quello alla milanese classico e quello al limone con il cacao) erano molto buoni ma sul secondo farei un lieve appunto: a taluni il rafano potrebbe non piacere, quindi andrebbe quanto meno indicata la sua presenza. Fortunatamente ne vado goloso, quindi è stata una gradevole sorpresa.
Sui secondi, mentre la mia battuta al coltello con tartufo bianco era "normale" (non poteva essere diversamente, non ci si può fare dei gran voli culinari sopra), è sulla cotoletta alla milanese "di Gualtiero Marchesi" (padre della ricetta) che sono venute fuori delle difficoltà: la cottura. La carne si è presentata rosata più tendente al rosso e stopposa e nonostante sia stata lasciata sul piatto per metà, al cameriere è stato sufficiente guardarla per sostenere che la cottura era giusta.
Mi si perdoni, ma è al palato del cliente che si deve fare attenzione o al solo colore della carne? Non è stata prestata attenzione alla soddisfazione, nonostante le perplessità in merito siano state esposte, peraltro in forma assolutamente educata. Un servizio più attento avrebbe valutato il piacere del cliente, ripeto, non il piatto reso. E su questo si gioca mezza stella.
L'altra mezza la tolgo sul vino: scelto un vino bianco altoatesino, per nulla sofisticato seppur di ovvia qualità, è arrivata al tavolo una bottiglia già aperta - niente di male, sia inteso - che si è rivelata piuttosto "avara" nel contenuto, clamorosamente insufficiente per i due calici. Ma nessuno ha detto nulla, una sorta di "se lo faccia bastare". Poichè non è bastato, ne ho richiesto un secondo che, casualmente (?), ha riempito il calice in modo stavolta consueto, visto che la signorina ha dovuto aprire una nuova bottiglia. Una "pigrizia" a mio avviso ingiustificabile.
Il tutto per la modestissima cifra di 90 euro (30 a calice), decisamente troppi e fuori luogo per un vino si buono, onesto ma non eccelso.
Il locale mostra i segni del tempo sia nello stile che negli arredi: le sedie e qualche tavolino "di servizio" mostrano in pieno la loro età, si presentano consunte e decisamente "provate".
Ah, una piccola nota "di colore": nel pagare il conto mi è stato chiesto se ci sarebbe servito un taxi. Ho risposto di si, ringraziando per la cortesia, ma poichè non avremmo lasciato subito la sala, ho chiesto come avrei potuto avvisare su quale sarebbe stato "momento giusto" per chiamarlo. "Non si preoccupi, il come è affar mio" è stata la risposta. Battuta da bar a parte, il taxi non è infatti stato chiamato, se non dopo averlo sollecitato al cameriere che ci ha accompagnato su, all'uscita.
Sempre alla voce "conto", abbiamo scoperto successivamente un addebito per un Campari mai bevuto: undici euro che oltre a non essere dovuti, possono risultare antipatici perchè indice di una certa approssimazione nella gestione delle comande in sala?
Comunque sia, sono DUE le STELLE MICHELIN di questo prestigioso ristorante e il fatto che lo chef sia popolare o meno in televisione, non ha nulla a che vedere con la valutazione che gli esperti della prestigiosa guida offrono. Chi ci andrà, sappia che - comunque - entrerà niente meno che in uno dei top 50 ristoranti al mondo.
Sgranfius 07-11-2017